Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), gli allevamenti intensivi sono la causa del 14,5% delle emissioni prodotte dall’essere umano.
L’accumulo di escrementi e urina provenienti dagli allevamenti intensivi promuove la generazione di gas a effetto serra altamente nocivi, causando uno squilibrio ecologico. Non solo: nella maggior parte dei casi, vengono constatate irregolarità nella gestione di rifiuti pericolosi nonché la mancata applicazione delle regolamentazioni ambientali. A tutto questo vanno inoltre aggiunte le terribili condizioni in cui gli animali allevati sono costretti a vivere.
Attraverso immagini aeree ottenute tramite droni, Animal Equality– organizzazione internazionale per la protezione degli animali allevati a scopo alimentare – ha condotto un’analisi geografica di due allevamenti intensivi nello stato di Jalisco, in Messico, dove sono confinati più di 89.000 maiali.
L’analisi dei siti e la relativa relazione ambientale hanno permesso di calcolare l’impronta idrica e di carbonio degli allevamenti intensivi interessati dall’indagine: le immagini mostrano scarichi all’aria aperta che favoriscono l’infiltrazione di particelle nel sottosuolo, contaminando le acque sotterranee e i campi circostanti. Inoltre, sono state rilevate alte densità di metano e protossido di azoto (N2O), un gas fino a 300 volte più pericoloso per l’ambiente della CO2.
A seguito dell’indagine e a fronte dei dati ottenuti, Animal Equality ha presentato quattro denunce contro le aziende responsabili dei due allevamenti intensivi per fatti, atti e omissioni che potrebbero produrre squilibri ecologici e danni ambientali, al fine di richiederne la chiusura definitiva, la revoca di permessi, licenze e autorizzazioni di funzionamento, nonché il risarcimento dei danni.
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